Sessualità – Alienante e Creatrice

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SESSUALITA’ – ALIENANTE E CREATRICE

Sessualità alienante o creatrice

(di padre Daniel Ange)

OGNI AMORE E’ UN GRIDO

“Lasciare libero il desiderio sessuale in un mondo assediato dalla morte, in cui Dio è rifiutato, equivale esattamente a far uscire dalla sua gabbia una belva inferocita, inferocita dall’assenza della preda, perché non trova, in ultima istanza, ciò che cerca” .

Il desiderio sessuale, infatti, che cosa è?.. in fondo… E’ desiderio di Dio!

Un desiderio ignorato, inavvertito, smussato nel suo stimolo, alterato, falsificato, sfigurato, ma sempre desiderio di Dio…

Il tuo bisogno di Dio, quando Dio viene rifiutato, si proietta su un altro. Cosi la sessualità è diventata un gigantesco ascesso, artificialmente provocato, di una società malata di Dio.

Tale società è ossessionata dal sesso perché patisce la mancanza di Dio. Donde deriva il mostruoso successo del mercato del sesso se non dal bisogno d’amore d’un cuore umano che potrà essere soddisfatto solo da Dio? Di qui la continua inquietudine umana. Finché non avrai incontrato colui che ha plasmato il tuo cuore a immagine del suo, non potrai mai realmente amare con la stessa intensità che vorresti. I negozi del sesso di certe città sono lì a dimostrare l’esistenza di Dio!
Forse niente sconvolge di più il cuore di Dio che tale folle bisogno di dare e ricevere amore. Dio deve scorgervi, come in negativo, il suo stesso volto.

Ogni atto sessuale, anche impuro, alla stessa stregua d’ogni gesto di violenza, è un’enorme invocazione alla vita, una richiesta straziante d’aiuto. Il tuo cuore urla d’essere stato plasmato per ben altro scopo che non siano il denaro e il sesso. Urla di essere più importante dei suoi stessi problemi, di essere più vasto del mondo. Oh sì, questo mondo è troppo piccolo per il tuo cuore.

Tu scoppi e vorresti far saltare tutto. Piangi e urli. Pianto e grido fanno parte dell’amore, non ti pare? E cercano di tonificare i muscoli raggrinziti dei cuore.

In ogni rapporto sessuale il tuo cuore grida: “Esisto veramente per te? Ho veramente un posto nella tua vita? Dimmi che non sono solo al mondo!”. Cerchi disperatamente d’uscire dalla tua solitudine, di trovare un compagno che sia all’altezza del tuo cuore. E non lo trovi. Ogni volta ritorni tristemente sui tuoi passi e ti ritrovi ancora più solo di prima.

Ogni desiderio sessuale che non si risolve in un immenso desiderio di Dio porterà sempre a esacerbate delusioni, non sarà mai gratificante. La sessualità non va mai di pari passo con l’amore, porta sempre con sé un sentimento indefinito di tristezza.

Mi rivolgo a voi, giovani occidentali: siamo immersi fino al collo in una società permissiva, bombardati continuamente da una pubblicità sfrontata, aggrediti dal “maligno”. Ci vuole dell’eroismo per rimanere casti. Abbiamo bisogno d’un supplemento d’amore proporzionato alle nostre tristezze. Ci occorre un supplemento di forza proporzionata alla nostra debolezza e ai mezzi satanici studiati apposta per corromperci. Ecco, abbiamo bisogno dello Spirito di Dio, della sua Eucaristia. Dobbiamo sapere chi realmente siamo ed essere quello che siamo.

Apprendere l’amore nella speranza

Da molti anni mi sto chiedendo: perché il risveglio della pubertà è relativamente precoce, a una età in cui non si è ancora capaci di vivere un autentico amore?

Perché questo divario d’età, questo sfasamento tra la possibilità, già presente, d’esercitare fisicamente la sessualità, e la propria capacita di viverla in un amore autentico e forte?

Perché questa presenza d’una forza vitale prima ancora che la si possa veramente fare propria nella fedeltà? Indubbiamente, è piuttosto strano che il Signore abbia permesso tutto questo.

Ho cercato, comunque, di darmi una risposta.

Penso che il Signore abbia permesso questo perché l’amore si radicasse nella speranza, in quanto l’adolescenza è l’età per eccellenza della speranza. Per rendersene conto, basti pensare a tutti quegli adolescenti che perdono la speranza prima di perdere la fede. In certi casi, anzi, perdono solo la speranza, non la fede!

Ma perché? Ecco, il godimento, il piacere immediato, distrugge la speranza bloccando l’amore. Ne vogliamo la prova? Guardate a cosa porta l’innamoramento in serie (anche se in tanti casi è improprio il termine innamoramento): a essere, senza accorgersene, incapaci d’amare. A quanti casi si assiste “di queste piccole eternità di godimento che ben presto si trasformano in lunghe eternità prive di speranza!” .

Devi diventare degno della tua sessualità, degno d’adoperare il linguaggio più forte dell’amore. A che ti servirebbe il linguaggio sessuale se tu non avessi nulla da dire, nulla da trasmettere attraverso tale linguaggio?

L’amore, infatti, che dovrebbe trovare nel sesso il linguaggio più profondo, è la sola cosa che valga veramente la pena di vivere sulla terra, nonostante sia, per esperienza, quella che presenta maggiori difficoltà nella sua realizzazione.

“L’autentico amore divora chi ama, ma rispetta chi è amato, mentre quasi sempre, nei surrogati dell’amore, avviene il contrario. Nel vero amore chi ama non possiede l’altro ma ne è posseduto. Siamo “uno” perché l’amore ci unisce; due, perché l’amore ci rispetta; tre, perché l’amore ci supera” .

Comprendi, allora, perché è necessario questo tempo d’apprendimento durante il quale prepari anche il tuo corpo a diventare preghiera e ti liberi progressivamente dalla sensualità, dalla pesantezza e dall’intorpidimento della carne?

L’attesa scava le fondamenta e dà il gusto di vivere, mentre il buttarsi nei soddisfacimenti immediati della carne mina la costruzione dell’amore e porta al disgusto della vita. Ne potrebbero essere testimoni i fidanzati che incontrai tempo addietro, i quali, da soli, erano arrivati a capire la necessità di troncare i loro rapporti sessuali fino al matrimonio, per potersi radicare in tale rinuncia che sta all’amore come il fondamento sta all’edificio

Amarti per sempre, con tutta la tua storia

Il rapporto sessuale, se non è mutilato, implica l’impegno di due esistenze, appunto perché coinvolge tanto l’anima dell’altro che la tua. Due esistenze s’intrecciano, si fondono l’una con l’altra. Se il rapporto investe tutta la persona, ne consegue che ne è coinvolta tutta la vita, col suo passato e il suo avvenire.

Amare significa dare la propria vita, senza aspettare il contraccambio e per sempre, assumendo la responsabilitá dell’altro anche per il suo avvenire; significa firmargli un assegno in bianco, aiutarlo a maturare, a crescere, a invecchiare e morire.

E, prima ancora, a vivere, a essere. Ma per questo non possiamo fare a meno del tempo. E necessario scoprire l’altro nel suo spessore temporale perché anche questo è una componente della sua persona: una persona non è un puntino isolato da tutto il resto, paracadutato in un determinato momento senza legame con la sua vita di prima e di dopo . Diventiamo solidali con tutta una storia, un cammino, un’esperienza.

Per questo vogliamo assumere l’altro anche nel suo passato.

“Ti amo non come vorrei che tu fossi ma come sei in realtà, come ti ha modellato la vita, anche e soprattutto se essa ti ha colpito. Voglio conoscere tutto di te, anche della tua infanzia, conoscere tutte le tue ferite. E voglio che tu conosca le mie.Mostrandocele l’un l’altro, a poco a poco ce le guariremo reciprocamente. Più hai sofferto, e più ti amo. Vorrei che il mio amore ti aiutasse a guarire”.

Oh sì, amare in verità significa amare come Dio: non malgrado, ma a causa delle nostre debolezze! .

Ogni amore non è forse compassione?

Il tempo chiamato del “Fidanzamento” deve appunto servire per entrare in tale reciproca compassione: il tempo in cui la fiducia verifica se stessa, diventa progressivamente reciproca; il tempo in cui l’amore si trasforma a poco a poco nel segno dell’amore di Dio per il suo popolo e prende il sapore della misericordia.

Ma, troppo spesso, il matrimonio viene visto come una convenzione sociale o un semplice rito liturgico; e cosi tutta la prospettiva è falsata.

L’amore di oggi salva i figli del domani

Dobbiamo aggiungere che i rapporti sessuali, prima di quest’impegno, che manifesta la pienezza dell’amore, vengono compiuti a rischio e pericolo d’innocenti, in quanto non si può assolutamente escludere una trasmissione della vita.

Qui nasce il problema cruciale dell’aborto, questo massacro prenatale che fa più vittime innocenti nei Paesi ricchi di quante la fame ne faccia nei paesi poveri . Una campagna pubblicitaria lo sostiene con slogan che sembrano inventati dal Principe della menzogna: “L’aborto è opera di vita e d’amore… Come farsi strappare un dente…” E via di questo tono.

Ma non si parla mai della pericolosità, sia fisica che psicologica, dell’aborto. Certe donne ne escono segnate per tutta la vita. Anche qui ferite che solo Gesù e Maria possono risanare . Pensiamo, poi, alle altre vittime dei facili rapporti sessuali.

Come ho già detto, più questi rapporti sono avvilenti e maggiormente impediscono un impegno di vita e per la vita,compromettendo la fedeltà, favorendo un matrimonio temporaneo, una coppia in balia d’ogni vento.L’abitudine a mutare il compagno o la compagna alla leggera, finisce col rendere aleatoria la creazione d’una famiglia. Si finirà, presto o tardi, col divorzio perché non è detto che l’espressione sessuale debba necessariamente sfociare in un amore duraturo.

E chi ne farà le spese? Probabilmente tu, e quel ragazzo o ragazza che hai voluto amare e che ora hai abbandonato o ti ha abbandonato.Le ferite, inferte reciprocamente, possono essere di un’atroce crudeltà.

A volte sono necessari anni e anni per rimarginarle. Anche questi sono traumi che solo Gesù e Maria possono guarire.

Ma chi soprattutto ci rimette sono i tuoi figli.

Chi potrà dire i drammi nascosti di queste creaturine che non potranno mai beneficiare della loro razione d’amore, e quindi di vita, perché sono stati depredati del minimo di tenerezza di cui avevano bisogno per vivere, per essere, ossia d’una famiglia?

Se la Chiesa vigila sull’amore del presente e per salvare i figli di domani.

La sua apparente durezza discende dalla gelosia dell’amore. Se fa di tutto perché l’amore non sia camuffato, è perché i figli di domani non siano rovinati, perché sia spezzato, una volta per sempre, il circolo vizioso del ferito che ferisce.

Qualcuno ne esce talmente ferito che non riesce più a vivere un amore integrale. Ci si separa, e allora si “creano” dei piccoli feriti che, al loro volta, ne creeranno altri domani.Dio ti supplica d’amare nella verità per compassione verso degli innocenti, per compassione verso te stesso!


 
 
 

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